La nostra è la storia di una famiglia che ha saputo far crescere l’idea di servizio in un’autentica realtà imprenditoriale. Nonno Giovanni costituì nel 1939 una delle prime imprese di pulizie strutturate: LA BRESCIANA PULITURA VETRI E PAVIMENTI poi divenuta BERTOLINI PULIZIE ED AFFINI S.R.L., oggi condotta da Stefano Bertolini, nipote del fondatore, che ha raccolto l’eredità aziendale consolidando il know-how generazionale ed attivato nuove strategie aziendali. Siamo passati da una ventina di operatori a quasi cento, dai secchi in latta ai carrelli moderni, dalle scale in legno alle celle, dalle biciclette ai furgoni. Ne abbiamo fatta di strada!
L’obiettivo di Bertolini Pulizie ed Affini è sempre stato quello di creare e diffondere la cultura del pulito fatta di una continua formazione del personale, innovazione tecnologica e rispetto dell’ambiente.
L’uomo ha sempre cercato la pulizia, ma il concetto di sporcizia è molto cambiato nei secoli.
La lotta alla sporcizia è sempre stata un impegno quotidiano, per il corpo e per la casa, anche quando questa era una caverna. Anche gli animali, del resto, sanno pulire. Tane e nidi vengono spesso sgombrati da deiezioni e avanzi di cibo. I felini si lavano leccandosi, gli elefanti fanno la doccia con la proboscide. Gli uccelli si bagnano e si lisciano le penne a lungo. Gli scimpanzé si puliscono il pelo reciprocamente (un comportamento definito grooming), passando in questo modo circa un quinto della loro vita.
La storia e’ stata LUNGA e molto diversa tra culture:
Dal Rinascimento fino all’Illuminismo, in Europa l’uso dell’acqua per bagnarsi era scoraggiato o addirittura vietato dai medici e fino al Medioevo avanzato i vasi da notte venivano svuotati direttamente in strada, nessuno aveva acqua corrente ecc. ecc.
Filosofi e pulizia: all’epoca, in Europa, si faceva largo uso di profumi e ci si puliva “a secco”, con crusca, sabbia e cipria, mentre gli indios dell’Amazzonia si curavano la pelle con la cenere e andavano allegramente in acqua e gli Arabi avevano da tempo inventato il sapone moderno a base di soda caustica e salvato la tradizione romana dei bagni e delle latrine pubbliche, tutto questo oltre agli scritti dei filosofi greci.
Alcuni filosofi avevano studiato molto anche nel campo dell’igiene. Aristotele, per esempio, nella Costituzione degli Ateniesi, parla dell’esistenza di un “assessorato” che dirigeva il lavoro dei coprologi, gli spazzini di allora, che avevano il compito di portare i rifiuti ad almeno due chilometri dalla città, liberando il centro urbano del suo principale problema: l’accumulo d’immondizia nelle vie. Un po’ come oggi a Napoli, l’antica Neapolis fondata dai Greci che, paradosso storico, presenta nei suoi sotterranei prove schiaccianti di abilità nella costruzione di cisterne e reti idriche. Furono poi i Romani che, con acquedotti e terme, misero in pratica le raccomandazioni sull’igiene di esperti greci come Ippocrate, Erodico e Galeno.
Sporcizia da nascondere. Il nostro rapporto nel tempo e nello spazio con la sporcizia è davvero mutevole. In effetti, a sporcizia è vista nelle varie culture umane come “materia fuori posto”. Lo sporco insomma stona, puzza, guasta l’ordine e la simmetria, a prescindere dalla sua pericolosità
Anche la tradizione giudaico-cristiana a suo tempo lo ha fatto, ricorrendo ai principi di “mondo” e “immondo”, puro e impuro.
Sanità religiosa. In generale si può dire che siano state le religioni i primi “ministeri della sanità”, con prescrizioni sulla pulizia del corpo (comprese le abluzioni rituali), sul consumo dei cibi, sull’isolamento di malati infettivi. Se lo diceva un dio… il divieto era di sicuro effetto.
Verso la scienza. Un passo decisivo venne compiuto con la scoperta dei batteri e l’uso del fenolo. Quando il chirurgo Joseph Lister arrivò a Glasgow, nel 1861, secondo il Royal Infirmary, il 90% dei casi di fratture (frequenti fra gli operai di una città industriale) finiva con l’amputazione. Molti morivano di febbre post-operatoria. Lister notò che la cancrena raramente si presentava fuori dagli ospedali. Non doveva quindi dipendere dai “gas venefici” indicati dalla teoria del miasma, ma da qualcosa che la trasmetteva da un paziente all’altro: fasciature usate, ferri chirurgici, le stesse mani dei medici.
Scoperta rivoluzionaria. Il francese Louis Pasteur dimostrò poi come la fermentazione di liquidi fosse legata ai batteri e come la bollitura fosse capace di bloccarla. Lister intuì che nelle ferite avveniva qualcosa di simile: se il calore bloccava la fermentazione, che cosa poteva impedire la putrefazione? Lister usò il fenolo (deodorante per le fogne). Fu un successo, che pubblicò sulla rivista The Lancet il 16 marzo 1867. Questo metodo, detto antisettico, e la disinfezione degli attrezzi chirurgici dimostrarono il valore dell’igiene su base “scientifica”.
A Dresda nel 1911 la prima mostra sull’igiene attirò 5 milioni di persone.
Gli operatori del pulito compiono ogni giorno dei piccoli capolavori e la loro esperienza, dettata dalla passione per la qualità, insieme a serietà, riservatezza, professionalità, diventa garanzia di affidabilità nei confronti dei nostri clienti. Va loro riconosciuto il giusto merito ed è per questo che ho voluto dare loro la connotazione di “angeli”.
Pulire nell’immaginario collettivo è una “condanna”, qualcosa di brutto, scomodo, talvolta umiliante, un lavoro di cui quasi ci si debba vergognare, qualcosa che si fa’ ma si deve sussurrare a bassa voce, non far sapere tanto in giro.
Tutti gli operatori che puliscono ciò che ci circonda e di cui poco si parla, svolgono lavori che invece sono alla base del benessere di tutti e sono di primaria importanza. Persone, donne e uomini, che lavorano in silenzio, nell’ombra, scivolando via senza disturbare, spesso poco considerati o sottovalutati.
Ma vi siete mai chiesti cosa faremmo noi tutti senza di loro?
Senza le migliaia di persone che lo fanno di mestiere, chi pulisce le nostre case, i nostri uffici, chi le spiagge, i fiumi, le strade delle nostre città. C’è chi lavora di notte mentre noi dormiamo comodamente al calduccio nel nostro letto, c’è chi si alza alle 05.00 del mattino, chi guida macchine che sembrano piccole astronavi e chi semplicemente raccoglie un carta da terra.
Il bimbo che chiede alla mamma: “Mamma che lavoro fai tu?” “Le pulizie”. Il bimbo fa’ una smorfia perplessa, sembra poco importante, troppo umile.
Un po’ afflitto dice: “Ma la mamma del mio amico è un avvocato, un chirurgo, un imprenditrice….”
Sapete cosa vi invitiamo a fare noi? Riflettete e pensate a cosa farebbero l’avvocato se al mattino trovasse lo studio sporco e in disordine, il chirurgo se non avesse la sala operatoria pulita e disinfettata, l’imprenditrice con l’ufficio sottosopra e potremmo fare milioni di altri esempi. Pensate a quante volte date per scontate le “pulizie”, quei lavori che spesso non fate voi (ed è per questo che non vi rendete conto di quanto siano importanti), quelle fatiche che vi consentono di trovare “tutto riordinato”, tutte quelle piccole ma grandi operazioni fatte da qualcuno che ha lavorato con cura mentre voi eravate “altrove” e che sono alla base di tutto.
Dal pavimento di un ufficio ai vetri di una casa, da un camera d’albergo al vostro guardaroba, dal piazzale di un supermercato al forno che produce il vostro pane.
Gli operatori del pulito compiono ogni giorno dei piccoli capolavori. Va loro riconosciuto il giusto merito ed è per questo che ho voluto dare loro la connotazione di “angeli”.
Grazie a tutti i miei collaboratori.
Company CEO : Stefano Bertolini
Igiene e sviluppo tecnologico. Quali correlazioni.
L’igiene è in continua evoluzione. Lo sviluppo tecnologico si impone con le proprie novità, modificando tendenze sociali e propensioni di consumo, in ogni campo che ci circonda. Oggi si parla di Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale che coinvolge il mondo dell’industria in genere, dove nuove tecnologie cambiano il volto a prodotti, processi produttivi, scelte strategiche.
L’igiene e le pulizie industriali in genere non sono da meno. Nuove competenze, nuovi prodotti sempre più evoluti, nuovi modi di operare, portano ad un’evoluzione dell’attività di cleaning, di cui gli investimenti aziendali devono tenere conto. Non solo. Normative di settore specifiche e aggiornamenti continui, impongono la conoscenza e la considerazione di aspetti sempre più complessi.
L’igiene diviene una variabile strategica nella modernizzazione di industrie di ogni tipo, da quelle alimentari, a quelle farmaceutiche, a quelle manifatturiere in genere. Si tratta di saper rispondere con efficacia a nuovi standard di gestione ambientale, dove l’igiene comprende non solo i processi, i prodotti e le persone, ma anche i materiali innovativi, le tecnologie e gli ambienti stessi in cui la nuova industria opera.L’obiettivo è quello di creare un “metodo efficace” sempre più performante ed in armonia con l’ambiente.
Nuove variabili ecologiche.
Dagli inizi del secolo scorso la ricerca scientifica nel campo dell’igiene ha compiuto giganteschi passi in avanti fino ad oggi. Nell’ultimo decennio sono subentrati elementi sempre più complessi nella sua gestione. La cosiddetta igiene “evoluta” implica prodotti, macchinari e procedure che coinvolgono anche elementi esterni tali da far ripensare in toto al tema del “cleaning”. Nuove variabili ecologiche quali l’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo, nuovi materiali privi di residui chimici, divengono fattori che richiedono all’igiene di fornire nuove e adeguate risposte.
Le aziende evolute. Buone prassi di consapevolezza.
Alcune aziende consapevoli del cambiamento si stanno organizzando verso una maggiore attenzione nei confronti delle tematiche ambientali che intervengono nei processi produttivi. Si tratta di una “cultura per la sostenibilità”, che viene adottata in ogni processo di scelta manageriale, ad esempio la scelta di prodotti igienici a scarso impatto ambientale, l’oculata gestione degli scarti, l’implementazione di sistemi controllo che rappresentino la variabile strategica per la tutela del nostro pianeta.
Il codice etico aziendale rappresenta le linee guida a cui tutto il personale deve attenersi nella gestione dei rapporti interni ed esterni all’azienda e che si ispirano a valori etici e sociali di correttezza, integrità, onestà e trasparenza.
PRINCIPI ETICI GENERALI:
– comportamento eticamente corretto e conforme alle leggi
– lealtà dei dipendenti e collaboratori nei confronti dell’Azienda e dei Clienti
– correttezza, cortesia e rispetto nei rapporti fra colleghi